I Pizzaioli promuovono nel mondo l’arte della pizza e i prodotti alimentari di eccellenza Italiani

La pizza rappresenta un vero e proprio simbolo italiano nel mondo e al contempo un prodotto di assoluta originalità. Pur in un quadro di complessiva recessione economica internazionale, la produzione di pizza non ha flessioni e anzi si sta sviluppando una moltiplicazione di offerte di tale prodotto, non sempre però all’altezza della tradizione.
Occorre, quindi, che la professione di pizzaiolo venga qualificata e regolamentata, istituendo una “qualifica professionale” che renda chiara al consumatore la differenza che passa tra un pizzaiolo generico e uno qualificato.
Pizzaiolo generico significa, in questo settore, poter lavorare ancora per clienti sprovveduti, senza alcuna specifica competenza in termini di tecnica, di lavorazione, conoscenza degli ingredienti, gestione dell’igiene alimentare e della qualità del prodotto.
Pizzaiolo qualificato significa mettere il professionista all’altezza delle esigenze di un cliente moderno e attrezzato, per tutti gli aspetti elencati.
Il fattore chiave, che fa la differenza, è la formazione, che concepiamo come obbligatoria per chi, liberamente, voglia conseguire il titolo di “pizzaiolo qualificato” e poi valorizzarlo sul mercato.  
Fermo restando che il mestiere di pizzaiolo generico resterà esercitabile da chiunque, e sarà il libero mercato a farlo gradualmente recedere e scomparire, il riconoscimento della professione di “pizzaiolo qualificato” non può che passare attraverso una legge che regolamenti la professione oggi in Italia.
Questo è importante, anche perché allo stato attuale qualunque Stato europeo potrebbe legiferare e promuovere in Europa una direttiva comunitaria, che secondo il loro punto di vista sarebbe a favore dei pizzaioli. Vogliamo questo?  Certo che no!!
Un piccolo passo è stato fatto da alcune Regioni italiane tra le quali la Sicilia, con l’approvazione del profilo professionale di pizzaiolo, riconosciuto dal governo regionale con un decreto firmato dall’Assessore alla Formazione Prof. Roberto Lagalla, aprendo così un nuovo capitolo nel mondo della formazione professionale.  
Ma questo non basta. Occorre dare ai pizzaioli italiani il riconoscimento ufficiale, la qualifica di pizzaiolo professionista con l’approvazione di una legge nazionale per essere poi inserita nell’elenco delle professioni regolamentate pubblicato dalla UE nel proprio sito.
Forti anche del fatto che i pizzaioli del nostro Paese sono sempre più richiesti oltre confine, dove gran parte delle volte si occupano di formazione all’arte della pizza, nonché della promozione delle eccellenze alimentari italiane (farine e semole, mozzarella, conserve, salumi, olio d’oliva ecc..).
Il maestro Antonio Starita, Presidente delle pizzerie storiche napoletane, condivide con tutti i pizzaioli italiani il prestigioso titolo del Comitato per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco, che riconosce l’arte del pizzaiolo napoletano patrimonio immateriale dell’umanità. Il maestro si è rammaricato del fatto che questo pur prestigioso titolo non riesce a generare grandi benefici alla categoria in assenza di una apposita legge che ne riconosca e regolamenti la professione.
Stefano Catalano, coordinatore Unione Pizzaioli Italiani-Cifa Italia ha rivolto un appello alla politica e al nuovo parlamento affinché si faccia carico di riprendere e finalmente approvare il disegno di legge della XVII Legislatura S. 2280 “Disciplina dell’attività, riconoscimento della qualifica e istituzione dell’albo nazionale dei pizzaioli professionisti”, aggiornato secondo le indicazioni che sono emerse in questo Convegno. Ha poi concluso invitando ad una azione comune tutte le associazioni e i pizzaioli partecipanti a mobilitarsi politicamente anche, eventualmente, con la raccolta di firme per la presentazione di un disegno di legge di iniziativa popolare.
Alla mattinata di oggi, hanno preso parte Fabio Virdi, presidente regionale di Cifa Italia, Gianni Guttadauria, responsabile promozione FonARCom, Antonio Starita, presidente Unione Pizzerie storiche Napoletane, Evandro Taddei, presidente associazione pizzerie Abruzzesi, Antonio Scapicchio, Walter Botrugno presidente APES (Associazione Passione Pizza in Puglia). Francesco Matellicani, Presidente del Movimento pizzaioli italiani e ancora Claudio Venturato, segretario Aias (Associazione italiana Ambiente e Sicurezza), Prof. Roberto Lagalla, Assessore regionale all’Istruzione e alla formazione professionale, Leoluca Orlando sindaco di Palermo, Bartolomeo Amidei senatore firmatario del disegno di legge S.2280, e Andrea Cafà, presidente Cifa Italia – FonARCom.
La giornata è stata moderata da Maurizio Artusi, enogastronomo e food writer, ideatore e autore di CucinArtusi.it.
“La pizza – ha detto Lagalla – è una delle parole italiane più conosciute al mondo insieme agli spaghetti. Abbiamo il dovere, non solo politico ma anche etico e sociale, di rendere qualificato il prodotto italiano perché questo brand rende grande il Paese e competitivo il prodotto. È necessario coniugare due elementi: l’elemento umano che è responsabile della produzione e la qualità del prodotto che diventa strumento e volano di promozione di se stesso. Abbiamo riconosciuto – ha aggiunto – il titolo professionale, ma siamo all’inizio di un percorso. C’è la disponibilità dell’assessorato a proseguire il ragionamento con le organizzazioni di categoria. Noi dobbiamo andare verso la certificazione di queste competenze. Il riconoscimento della competenza professionale a tutela della qualità e della produzione del prodotto”.
Al termine della mattinata si è esibita la squadra Campioni del mondo di pizza acrobatica, capeggiata da Paolino Bucca e sono state degustate le pizze  realizzate nel segno della tradizione siciliana a base di impasti di farine e semole di grani antichi.
Palermo, 24 aprile 2018
Ufficio Stampa UPI

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