La trasmissione “Le Iene” di Italia 1, in tempo di magra, sfrutta la pizza e i pizzaioli per richiamare attenzione e maggiore visibilità.
Nella puntata del 5 Marzo 2017, l’equivoco volontario in cui incorre l’intervistatore Filippo Roma, secondo il quale l’introduzione della qualifica professionale segnerebbe, nientemeno che l’imposizione dell’apprendimento della lingua Inglese, preoccupa inutilmente i pizzaioli. L’intervistatore Filippo Roma, è più interessato a fare spettacolo ed intrattenimento, che a fornire giuste informazioni in merito alla tutela della professione del pizzaiolo.
Visto che alle “Iene” interessa solo fare spettacolo e scandali, daremo noi dell’ U.P.I. Unione Pizzaioli Italiani e A.P.N. Associazione Pizzaiuoli Italiani, una giusta ed adeguata informazione.
Nell’ambito delle professioni regolamentate, come definite dalla direttiva 2005/36/CE recepita dal d. lgs. 206/2007, la legge sul riconoscimento della professione di pizzaiolo, prevede anche un corso di formazione di 120 ore totali, in cui 30 ore sono destinate alla conoscenza di lingue straniere di cui 15 ore di Inglese.  Difatti la formazione delle lingue straniere, si propone di instaurare uno stretto collegamento tra la normativa europea ed italiana sulle professioni, affinché la nuova qualifica professionale nasca fin dall’inizio con un respiro europeo.
Tale riconoscimento della professione aprirebbe la strada per essere ammessi, in futuro, alla fruizione della “Tessera Professionale Europea”, che consente la libera prestazione di servizi e, in prospettiva, il libero stabilimento in qualsiasi Stato membro dell’Unione Europea. A ogni modo è evidente che non è obbligatoria avere la nuova qualifica per continuare ad esercitare la professione di pizzaiolo, che invece è chiaramente configurata come facoltativa e disponibile solo per coloro che liberamente intendano avvalersi del nuovo titolo professionale.

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