Le ultime notizie in merito alle farine, di conseguenza al pane e alla pasta, non hanno meravigliato né tantomeno scandalizzato la nostra Associazione CIFA – ITALIA e la consociata U.P.I. L’Unione Pizzaioli Italiani, da sempre, conoscendo la gravità del problema relativo all’utilizzo delle farine e alle patologie e intolleranze connesse, assurto agli onori della cronaca negli ultimi due anni, ha valorizzato e incentivato l’uso dei “Grani antichi Siciliani”. Ci si è mossi in due direzioni convergenti, in primis la formazione e conoscenza dei “Grani antichi” da parte degli operatori professionali aderenti, e quindi sul successivo utilizzo delle farine, nella lavorazione della pizza. I grani antichi, infatti, presentano caratteristiche di maggiore qualità, non come viene intesa dall’industria in termini di lavorazione meccanica, ma come sinonimo di salute in quanto alimento funzionale, consentono lo sviluppo di una sana e nutriente panificazione e soprattutto essendo coltivati in Sicilia, producono farine esenti dalle tossine presenti nelle muffe e non contengono né pesticidi né insetticidi, utilizzati per produzione e stoccaggi a lungo termine.
Lo scenario di riferimento, è fonte di notevole preoccupazione, in quanto le multinazionali che operano nel settore delle granaglie consentono l’arrivo dall’estero di grano importato e stoccato da più di 18 mesi (con il conseguente rischio di micotossine), proprio nel momento della campagna di raccolta del grano locale: ciò determina, da subito, una caduta libera del prezzo del nostro grano sul mercato, per eccesso di offerta e a seguire il collasso dell’agricoltura cerealicola italiana.
CIFA – ITALIA, si pone un obiettivo arduo ma non più procrastinabile: attuare un accordo di filiera fra chi produce e chi trasforma la materia prima. L’accordo garantirebbe, da un lato la salute dei consumatori in quanto i nostri grani, infatti sono soggetti a rigidi controlli e, dall’altro, aiuterebbe i produttori a vendere il grano a prezzi sostenibili. Tale obiettivo, già perseguito dalla consociata U.P.I. attraverso il marchio di qualità collettiva “Consorzio qualità pizza italiana”, ha creato i primi accordi di filiera che garantiscono la qualità delle materie prime, la trasformazione dei prodotti e il prodotto finito a garanzia del consumatore. CIFA chiede, inoltre, controlli più rigidi nella panificazione, dalla materia prima al pane, azioni di supporto del comparto produttivo e sostegno al reddito degli agricoltori, tutto ciò al fine di garantire al consumatore l’uso di salutari grani italiani. Se la “guerra del grano” è in atto, le associazioni di categorie devono passare dalle parole ai fatti, scendere in campo sia con accordi di filiera, sia con sensibilizzazione della classe politica ed opinione pubblica su un problema di così rilevante portata, percorrendo tutte le strade loro possibili per la salvaguardia del consumatore e dell’intero comparto.
Coordinatore Provinciale Sicilia
CIFA – ITALIA
Stefano Catalano
