Comunicato stampa
Regolamentare, tutelare e valorizzare un patrimonio italiano:
il mestiere di pizzaiolo
Urgente prevedere un percorso formativo specifico negli istituti professionali”
Conferenza stampa
Giovedì 30 giugno, ore 11 – Gran Caffè Gambrinus, Napoli
Napoli, 28/06/2016  La pizza è spesso al centro dell’attenzione. Recentemente se n’è occupato anche il Senato, dove lo scorso 21 giugno i senatori di FI Amidei e Pelino hanno depositato una proposta di legge per costituire l’“Ordine dei Pizzaioli”.
“Una mera forzatura propagandistica” per l’Unione Pizzaioli Italiani-CIFA Italia e l’Associazione dei Pizzaiuoli Napoletani. In Italia, infatti, gli Ordini professionali riguardano esclusivamente le professioni intellettuali (articolo 2229 del Codice Civile).
Fare il pizzaiolo non è una professione intellettuale, ma è un mestiere importante, un mestiere artigianale da valorizzare in termini di professionalità e di formazione, un mestiere da tutelare. Sono troppi, infatti, coloro che possono aprire una pizzeria senza realizzare un prodotto di qualità.
E’ venuto il momento, sostengono le due associazioni, di scendere in campo per promuovere, tutelare e valorizzare un mestiere antico: anche il piazzaiolo, oltre alla pizza, è un patrimonio culturale italiano. Per prima cosa va previsto un percorso formativo negli istituti scolastici professionali, come già avviene per i cuochi. Basta con il confuso proliferare di iniziative per “istruttori pizzaioli” e “maestri pizzaioli” che non possono certificare una seria formazione.
Di tutto questo si parlerà giovedì prossimo in conferenza stampa: il presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, Sergio Miccu, e il Coordinatore dell’Unione Pizzaioli Italiani-Cifa-Italia, Stefano Catalano, presenteranno la loro proposta per un serio percorso di regolamentazione del mestiere di piazzaiolo.
Comunicato stampa
Regolamentare, tutelare e valorizzare un patrimonio italiano:
il mestiere di pizzaiolo
Venerdi 1 Luglio, ore 11 – Gran Caffè Gambrinus, Napoli
 “Una mera forzatura propagandistica” per l’Unione Pizzaioli Italiani-CIFA Italia e l’Associazione dei Pizzaiuoli Napoletani. In Italia, infatti, gli Ordini professionali riguardano esclusivamente le professioni intellettuali (articolo 2229 del Codice Civile).
Fare il pizzaiolo non è una professione intellettuale, ma è un mestiere importante, un mestiere artigianale da valorizzare in termini di professionalità e di formazione, un mestiere da tutelare. Sono troppi, infatti, coloro che possono aprire una pizzeria senza una adeguata formazione, arrecando un danno alla professione (con concorrenza sleale dovuti a servizi non di qualità, snaturamento degli ingredienti nella realizzazione delle pizze non nella tradizioni italiane, disorientato e disaffezione della clientela, cc.).
E’ venuto il momento, sostengono le due associazioni, di scendere in campo per promuovere, tutelare e valorizzare un mestiere che dalla sua manualità nasce la pizza, simbolo di italianità e consumata in tutto il mondo. Il Pizzaiolo, oltre alla pizza, è un patrimonio culturale italiano che va tutelato, valorizzato e regolamentato. Per prima cosa va riconosciuto al Pizzaiolo che lo svolgimento della propria attività di preparazione, vendita e/o somministrazione delle pizze ai clienti rientra a tutti gli effetti come attività Artigiana  in quanto  tali attività sono strumentali e accessorie all’esercizio della propria attività e rientrano perfettamente all’interno della Legge n. 443 dell’8 agosto 1985, cioè legge-quadro per l’artigianato.
Come tutte le attività artigianali va regolamentato l’accesso con l’abilitazione alla professione, tramite la formazione professionale o la certificazione delle competenze attraverso Enti e Scuole professionali riconosciute dallo stato Italiano:
Le nostre associazioni, valutano già in partenza la proposta di legge presentata al Senato lo scorso 21 giugno dai Senatori di FI Amidei e Pelino carente strutturalmente, non compatibile ai riferimenti normativi già in atto dello Stato Italiano sulle professioni e mestieri,  e  non diretta alla regolamentazione del pizzaiolo. Difatti non serve andare a creare un albo di Pizzaioli quando già esiste l’albo delle imprese artigiane dove il pizzaiolo deve avere una giusta collocazione (la professione del pizzaiolo per sua natura manuale e direttamente Artigianale).
L’abilitazione alla professione non può essere lasciata in balia a sole poche ore di formazione (come riferita nella proposta di legge, erogata da alcune Associazioni senza titolo, basta con il confuso proliferare di iniziative per “istruttori pizzaioli” e “maestri pizzaioli” che non possono certificare una seria formazione.), ma  deve seguire in ugual misura i tempi e le procedure come per le maggiori attività artigianali, regolati dallo Stato, attraverso gli accordi delle conferenze Stato e Regioni sulle professioni con appositi corsi, specifici di qualificazione che prendono in considerazione i vari aspetti formativi, (dal primo ingresso per i futuri pizzaioli provenienti dalle scuole dell’obbligo, alle esperienze lavorative presso i luoghi di lavoro, alla certificazione delle competenze acquisite nel percorso della propria esperienza, alla formazione di aggiornamento professionale per pizzaioli).
Pertanto ci riteniamo disponibili a partecipare ad un tavolo di confronto con le associazioni promotori della proposta di legge al fine  di promuovere  una nuova forma di proposta unitaria per il raggiungimento dell’obiettivo di interesse comune, il riconoscimento della professione di Pizzaiolo come Artigiano di preparazione di eccellenze gastronomiche Italiane come “la pizza nella tradizione Italiana”.
 Di tutto questo si è parlato giovedì 30/06/2016 in conferenza stampa per un serio percorso di regolamentazione del mestiere di piazzaiolo.
Il Presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, Sergio Miccu,
 Il Coordinatore dell’Unione Pizzaioli Italiani-Cifa-Italia, Stefano Catalano.

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